Spazio e Tempo – Space and Time

Spazio e Tempo

Ho parlato, in alcuni miei post, della definizione Kantiana di Spazio e Tempo; ora vorrei incominciare ad analizzare e a chiarire il discorso in proposito.
Quello che ho compreso, leggendo il libro di Kant “Critica della ragion pura”, è che Spazio e Tempo sono “forme a priori della conoscenza”, cioè, in parole più semplici, qualcosa di necessario alla stessa facoltà del conoscere. Il nostro modo di concepire il mondo è strettamente collegato a loro, in particolare, per il filosofo, attraverso lo Spazio, distinguiamo l’interno dall’esterno, ossia noi dal resto delle cose che ci circondano, e attraverso il Tempo, ordiniamo le nostre idee, in pratica è come se il Tempo fosse il recipiente, o meglio il solo possibile contenitore, per i nostri pensieri. Per Immanuel Kant quindi una ipotetica coscienza a priori o “ragion pura”, cioè trascendente ad una realtà già data, e, mi spingo a dire, sperando di non esagerare, Dio (qualunque/chiunque esso sia) sono possibili solo all’interno di queste due forme pure …
È in oltre interessate osservare alcune caratteristiche proprie dei due oggetti in esame (magari rileggendo prima questo mio post sulla Trinità):
1. Infinità. Riusciamo a pensare Spazio e Tempo solo in termini di infinito (in realtà, come diceva Leopardi, non possiamo pensare l’infinito, ma solo percepirlo come indefinito); cioè, per il nostro senso comune, non può esistere, e non riusciamo neanche a immaginarlo, un prima o un dopo del Tempo e qualcosa al di là dello Spazio, se non un altro tempo ed un altro spazio.
2. Finitezza. Tempo e Spazio sono finiti (e per questo, aggiungo io, reali), ciò è confermato dalle più recenti teorie della fisica moderna, come quella del Big-Bang e dell’universo in espansione, anche se va contro, come detto prima, la percezione comune. Ritengo che questo sia uno dei grandi paradossi dell’esistenza.
3. Nullità. Come già detto nulla può esistere al di là del Tempo e dello Spazio e non riusciamo a concepire o ad immaginarne la loro assenza neanche sforzandoci al massimo. Diceva Parmenide che l’Essere È, in quanto esiste, e che il non-Essere non È, proprio perché non esiste; logico dedurre che il Nulla e quindi l’assenza di Spazio e Tempo non possano esistere per definizione.
Molto rilevante, per me, anche notare come nella famosa equazione di Einstein, E=mc² (che magari analizzerò meglio fra qualche tempo), Spazio e Tempo siano strettamente collegati a massa (m), energia (E) e velocità della luce (c) e quindi caratteristiche intrinseche di tutti gli oggetti e di tutte le forme di energia dell’universo; tanto che la stessa gravità è vista, nella fisica Einsteiniana, come una deformazione del “tessuto” Spazio-Temporale.

Space and Time

I wrote, in some of my posts, about the Kantian definition of Space and Time; now I would like to begin to analyze and clarify the discussion in this regard.
What I understood, by reading the Kant’s book “Critique of Pure Reason”, is that Space and Time are “a priori forms of knowledge”, in simple words, something necessary to the same faculty of knowing. Our way of understanding the world is closely connected to them, in particular, for the philosopher, with Space, we can distinguish the inside from the outside, or us from the rest of the things that surround us, and with Time, we order our ideas, that means Time is the container, or better the only possible container, of our thoughts. So for Immanuel Kant an hypothetical consciousness “a priori” or a “pure reason”, transcendent to an already date reality, and, I dare say, hoping not to overdo, God (whatever/whoever is Him) are possible only within these two pure forms …
It’s also interesting to observe certain characteristics of the two examined objects (I recommend to re-read my post about Trinity):
1. Infinity. We can think Space and Time only in terms of infinite (actually, as Leopardi said, we can’t think infinity, but only perceive it as undefined); indeed our common sense says to us that can’t exist, and we can not even imagine, a before or an after the Time and something beyond the Space, unless another time and another space.
2. Finiteness. Time and Space have an end (and that’s why, I add, they are real), this is confirmed by the latest theories of modern physics, such as the Big-Bang and the expanding universe ones, even if it goes against, as mentioned earlier, the common sense. I think this is one of the great paradoxes of the being.
3. Nullity. As said before nothing can exist outside of Time and Space and we are unable to think or to imagine their absence even forcing ourselves to the maximum. Parmenides said the Being is, ’cause it exists, and no-Being is not, precisely because it doesn’t exist; logical to infer that Nothing and so the lack of Space and Time can not exist by definition.
In addition it’s very important, for me, to note that in Einstein’s famous equation, E=mc² (maybe I’ll analyze it better one of this days), Space and Time are closely related to mass (m), energy (E) and light speed (c) and that’s why they are intrinsic characteristics of all the objects and of all the forms of energy in the universe; the gravity itself is seen, in Einsteinian physics, as a deformation of the Space-Time “tissue”.

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